disunità

Il pianeta brucia. Il Paese affonda. La guerra trionfa.

La politica nostrana fa mostra di una litigiosità che sfiora il ridicolo, ognuno alla ricerca di preservare i propri “orticelli” che per alcuni simboli sono proprio ridotti a poca cosa, sperando in un “uno o due virgola qualcosa” che permetterebbe la sopravvivenza politica, anzi parlamentare di qualche vecchio marpione della scena mediatico-politica.

È l’epoca del disincanto, che dovrebbe spingerci alla resa. Le spinte alla disunità della nostra umanità sembrano ben più potenti di quelle che invece invitano all’unità del genere umano.

Sono spesso le persone semplici che costruiscono il tessuto sociale, che superano le impasse della convivenza civile e quello generato dalla politica. Se si superano le politiche degli slogan, si riescono a trovare soluzioni eque e incoraggianti.

Le parole di Chiara Lubich (in questi giorni si celebrano i dieci anni dalla sua nascita in Paradiso, persona che ha speso la sua vita per costruire ponti  di dialogo e unità), sembrano echeggiare in maniera molto forte, in questo periodo storico del nostro paese: «Cercate la via dell’unità anche nelle disunità. Non arrendetevi a quel che divide».

Via difficile, ma necessaria più che mai.