Contributo Volontario

👉SCUOLA PUBBLICA👈 

👉CONTRIBUTO VOLONTARIO  SI’/NO? 

Riflessioni personali

Anche quest’anno,  in vista delle iscrizioni ritorna di moda il discorso molto delicato  e che comunque mi sta sempre particolarmente  a cuore,  soprattutto in questo periodo in cui molti settori della Pubblica Amministrazione sono al centro di scandali e polemiche per utilizzi “impropri” del denaro dei cittadini. Personalmente,  ritengo fondamentale che ci sia massima trasparenza e chiarezza in ogni atto, e su questa linea ci si muove da sempre, tanto più perché si parla dei soldi delle famiglie

Prima cosa da dire: il contributo che le scuole chiedono è “volontario” (sul bollettino infatti si  trova  la dicitura “erogazione liberale”, che permette tra l’altro la detraibilità fiscale del versamento), e su questo voglio essere molto preciso viste le annuali polemiche sui giornali, su internet e sulle reti radiotelevisive e da parte di movimenti di opinione di destra, di sinistra e senza colore,  anche a livello locale.

Seconda cosa: è bene che le famiglie sappiano che in questi ultimi anni, nonostante le tante promesse che sentiamo (e che speriamo sempre si traducano in fatti concreti) i fondi assegnati alle scuole dallo Stato e dagli Enti Locali si sono ridotti moltissimo. Al di là del pagamento degli stipendi e di quel che serve per mantenere attivi i servizi essenziali (ad es. il riscaldamento), quel che arriva all’istituto è davvero poco e non consente alcun arricchimento dell’offerta formativa, quindi i progetti, le attività di approfondimento e di orientamento,  acquisto di materiale didattico, di infrastrutture e apparecchiature di cui gli studenti, forse inconsapevolmente, fruiscono quotidianamente, vengono finanziati grazie al contributo volontario delle famiglie. Anche la formazione alla sicurezza obbligatoria, l’assicurazione obbligatoria rientrano in questa voce impropriamente chiamata “contributo volontario”. 

Chi non versa questo contributo, così come chi non versa in generale le tasse, usufruisce  di servizi, di attrezzature e quant’altro  pagato dagli altri e questo è uno dei mali della nostra società. 

Si pretende molto dal pubblico, senza considerare che il “pubblico” siamo noi e l’apparato si regge se tutti contribuiamo.  E sappiamo bene che chi non contribuisce non lo fa quasi mai per necessità. 

Infine è utile ricordare che i “conti della scuola” sono controllati, oltre che dai revisori pubblici previsti per legge e selezionati dal Ministero dall’Albo dei Revisori dei conti, dal Consiglio di Istituto, organo collegiale del quale fanno parte anche genitori e studenti, lo stesso organo che, in funzione delle necessità dell’istituto, decide l’importo del contributo da chiedere alle famiglie.

La scuola siamo noi, lo Stato siamo noi.  Paghiamo tutti? Ognuno secondo coscienza